La vita non esisterebbe se non ci fosse la percezione

Una affermazione forte eppure è così, la vita, come la conosciamo, non esisterebbe se non ci fosse la percezione, poiché è questa che da il senso alla vita.
Dal punto di vita puramente accademico la percezione è una delle 9 funzioni psichiche.
Mano a mano tratteremo tutte queste funzioni, giusto per dare una visione di come siamo fatti, allo scopo di formare una specie di ‘libretto delle istruzioni’ per usare il cervello e cambiare. Oggi è il turno della prima, la Percezione.
Cos’è la percezione? La definizione da dizionario é:
“Presa di coscienza nell’ambito dell’esperienza sensibile oppure delle possibilità o delle disponibilità dell’intuizione: la p. di un oggetto, di un movimento”.
In questa definizione si fa riferimento alla coscienza, tuttavia alla percezione non serve la coscienza per esistere. Già i primitivi avevano la percezione di essere in pericolo, pur avendo una coscienza poco sviluppata.
La vita non esisterebbe se non ci fosse la percezione
Ma non è questo l’argomento che voglio trattare qui. Non ci serve una definizione accademica di natura psicologica, lessicale o linguistica; ci serve capire come funziona e come utilizzarla.

Innanzitutto la percezione è l’unica delle funzioni psichiche ad essere divisa in due parti, una parte più immediata, la sensazione, ed una più ‘ragionata’, la percezione in senso stretto.
Si possono avere senzazioni senza avere percezione, tuttavia non è possibile il contrario.
Maggiori e più precise sono le percezioni, tanto maggiore è l’esperienza.
Un bambino ha percezioni più limitate e spesso errate rispetto ad un adulto; poiché ha un bagaglio di ricordi e di esperienze più limitato.
Noi riceviamo gli stimoli dagli organi di senso e abbiamo delle sensazioni che, dopo un filtro esperenziale, diventano percezioni. Le sensazioni, a volte, sono più corrette delle percezioni. Spesso sbagliamo nonostante la sensazione fosse corretta perché non vogliamo darle ascolto.
La vita non esisterebbe se non ci fosse la percezione
Gli animali non hanno percezione di sé ed è per questo che non sanno di essere vivi. Non hanno bisogno della religione per lenire la paura di morire, della luce per paura del buio o dell’orologio per controllare lo scorrere del tempo, per gli animali il tempo non esiste; vivono solo nel qui ed ora.
Noi dovremmo imparare dagli animali, eppure quando li abbiamo in casa cerchiano di modificare le loro abitudini e li umanizziamo.
Quindi abbiamo visto che la percezione dipende dagli organi di senso, ma gli organi di senso sono uguali per tutti? La prima risposta sarebbe sì, sono uguali per tutti. Tuttavia tutti vediamo gli stessi colori, ascoltiamo gli stessi suoni, sentiamo le stesse vibrazioni, emozioni etc? Direi di no!
Questo perchè l’occhio non sa di vedere, è il cervello che elabora. Noi possiamo vedere e riconoscere una farfalla morta, la rana potrebbe morire di fame poiché è programmata sul movimento. Eppure il suo occhio è più sviluppato.
Quindi la vita dipende dalla percezione che gli animali non hanno, però attenzione che la nostra pefcezione è mediata dal cervello.
Abbiamo visto che nel bambino e nel fanciullo le percezioni sono spesso sbagliate perché carenti di esperienza, ma le nostre esperienze sono così corrette?
Segui di più le sensazioni poiché sono più legate al cervello rettile, a quella parte cioè che lavora per la sopravvivenza, e dubita di più delle percezioni. Soprattutto di quelle che ti precludono occasioni di migliorameto e crescita.