Pazzesco come oggi il lavoro sia diventato un problema

E’ pazzesco come oggi per la maggior parte delle persone trovare il lavoro sia diventato un problema.
Siamo sempre più preoccupati per la crisi e per la situazione economica. Aziende chiudono, imprenditori si suicidano, giovani non trovano lavoro e tanti non più giovani lo perdono.
Ma quanto la comunicazione incide sulla percezione di questa realtà? In verità moltissimo; oggi parliamo tanto di occupazione, ma il tasso di disoccupazione era maggiore negli 1996, 1997, 1998, 1999 e 2000 rispetto a quello del 2018.
Come professionista sono chiamato, sempre più frequentemente, a sostenere e motivare persone che hanno perduto il lavoro oppure coloro i quali non riescono a trovarlo.
Ma che cos’è il lavoro e come si fa a trovarlo?
Per trovare qualunque cosa è necessario sapere com’è fatta.
Se devo trovare uno spingicuticole all’interno di una cassetto del bagno, devo necessariamente conoscerne la forma.
Questa deduzione perde ogni logica quando viene trasportata nel vivere quotidiano. Infatti diamo per scontato di sapere anche quello che non sappiamo e discutiamo come esperti, senza cognizione di causa.
Siamo sicuri di sapere com’è fatto un lavoro? Forse non lo conosciamo così bene.
Pazzesco come oggi il lavoro sia diventato un problema
Il lavoro purtroppo non è un oggetto da trovare o comperare, ma è qualcosa di più; è la somma di esperienze, di percezioni e soprattutto coinvolge più persone.
Sicuramente c’è chi offre e chi richiede, ci sono i colleghi, i superiori o i subalterni, i clienti, i fornitori ecc.. insomma esistono un bel numero di persone che ne creano l’immagine.

Quindi per trovare un lavoro per prima cosa è necessario mettermi nei panni degli altri, ovvero immaginare “cosa penserei se fossi io ad offrire lavoro o a cercare qualcuno che svolga un incarico'”; insomma è necessario sapere cosa viene richiesto al candidato; per essere in grado di offrire il massimo.
Una volta prese tutte le informazioni necessarie possiamo dire di sapere che ‘forma’ abbia; quindi posso mettermi alla ricerca e con tutta probabilità trovarne uno.
È necessario stabilire un obiettivo. Sei disoccupato? cosa fai tutto il giorno? Probabilmente, al di la delle scuse che ti sei dato, non stai facendo niente.
Hai realizzato un curriculum? Se l’hai già fatto, sei sicuro che sia fatto bene? Quanti ne hai stampati? Dove li hai portati?
Se oggi ne hai consegnati una ventina non puoi rimanere fermo una settimana in attesa che qualcuno ti chiami, devi portarli anche domani, dopodomani ed i giorni successivi; quindi cominciare a ripassare la dove li hai portati per capire se c’è una possibile apertura, una speranza .
Devi iscriverti in tutte le agenzie di lavoro interinale, anche in quelle su internet, attaccare avvisi ai lampioni per strada, nelle bacheche, negli spazi che trovi in giro. Insomma fare il disoccupato è un vero e proprio lavoro, si chiama “in cerca di occupazione”.
L’obiettivo è creare l’opportunità, avere un appuntamento per un colloquio.
Come ultima cosa voglio dire a chi il lavoro lo cerca, prendi quello che ti capita! Non sempre riesci a trovare subito il tuo lavoro, quello che desideri.
Non lasciare che la ricerca di un idillio ti porti via tempo prezioso, in realtà ogni giorno che resti senza lavoro sono cose in meno che riesci a pagare.
Comincia a godere dei risultati, qualcuno ti ha assunto! Il «tuo lavoro» lo potrai trovare anche dopo, quando avrai “la pancia piena”.